" it didn't stop being magic just because you found out how it was done.", wrote Terry Pratchett.

Si può essere più soli
senza la solitudine —
Mi è così consueto il mio destino —
Forse l’altra — pace —

interromperebbe il buio —
e affollerebbe la piccola stanza —
troppo esigua — in metri — per contenere
il sacramento — di lui —

Non sono abituata alla speranza —
Potrebbe irrompere —
La sua dolce sfilata — profanerebbe il luogo —
consacrato al soffrire —

Potrebbe essere più facile
soccombere — con la riva più in vista —
che arrivare — alla mia azzurra penisola —
e morire — di gioia —

da: Emily Dickinson, Uno zero più ampio. Altre cento poesie, Torino, Einaudi, 2013, trad. it. di Silvia Bre

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Yesterday I briefly mentioned the theme of loneliness on an Instagram post. Some have expressed their opinion on the matter. Loneliness and isolation are related as silence and mutism. I choose whether to be silent, maybe sometimes it's imposed on me, but I can break it. If I am dumb, even if I want, I cannot speak. It is like being isolated from others. Even if I want I can't get close to them.

Today we are isolated, despite the means of communication. Perhaps solitude is sought to reflect, but this reflection often does not bring us out of isolation. It doesn't bring us to leave the ivory tower of meditation for its own sake and open up to others. I do not say this is the case for everyone, but it often is.

Talking about solitude and isolation with photography is not easy, because we often risk the cliché. I propose a poem by Emily Dickinson that deals with the theme. Maybe it could be a starting point for some thoughts on the subject.

It might be lonelier
Without the Loneliness —
I’m so accustomed to my Fate —
Perhaps the Other — Peace —

Would interrupt the Dark —
And crowd the little Room —
Too scant — by Cubits — to contain
The Sacrament — of Him —

I am not used to Hope —
It might intrude upon —
Its sweet parade — blaspheme the place —
Ordained to Suffering —

It might be easier
To fail — with Land in Sight —
Than gain — My Blue Peninsula —
To perish — of Delight —

Emily Dickinson
(F535 (1863) J405)

Lo avete chiesto in molti, e così mi sono finalmente deciso. Ho preparato per voi uno spazio creativo e formativo speciale, Sono felice di invitarvi a prendere parte al mio Corso Web di Fotografia individuale. Un corso a distanza. In Italiano o Inglese! È composto di 15 incontri via web di circa un'ora. È completamente personalizzabile a seconda delle specifiche esigenze di ognuno. Possiamo fare lezioni base, o avanzate. Decidere quando e come programmare gli incontri. Scambiare foto ,seguire progetti creativi, fare una analisi del vostro lavoro, imparare nuovi metodi per sviluppare la tecnica, la creatività e l'occhio. Le lezioni fondamentali saranno queste:
1. Fotografia, come e perché
2. Attrezzatura base: fotocamera, smartphone, cosa acquistare o come ottenere il meglio da ciò che si ha
3. Esposizione corretta. Tempo, Apertura e Diaframma e altri controlli
4. La Composizione
5. La storia e le tecniche narrative
6. La luce e l'ombra
7. Ritratto, paesaggio, foto di strada, cibo, moda e altri soggetti
8. Post produzione e archiviazione dei lavori
9. La fotografia per i social
10. Revisione dei lavori eseguiti durante il corso

Alcuni punti ci terranno occupati per più di una lezione, così ho scelto di aggiungere cinque lezioni, senza aumentare il costo base del corso di € 20 a lezione, per poter gestire al meglio le vostre esigenze.

Il costo complessivo del corso è di € 200, tasse incluse. Non vi sono assolutamente altri costi nascosti.
Per frequentare il corso è necessario avere la possibilità di connettersi via web in videoconferenza. Le lezioni sono strettamente individuali e non registrabili. Non è necessario avere una fotocamera professionale, in realtà basta anche uno smartphone per iniziare.
Ogni lezione sarà tenuta esclusivamente da me.
Prenotate subito, i posti sono limitati visto che voglio dedicare a ognuno uno spazio speciale e molti faranno il corso collegandosi da fusi orari differenti!
Per ulteriori informazioni scrivetemi in DM su Instagram, su Facebook ( https://m.me/giuseppe.pasquali.photography) o a 📧 gipas.photography@gmail.com
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Many of you have asked for this, and now it's available! I prepared for you a special creative and formative space! I am happy to invite you to take part in my individual photography online classes. In Italian or English! The course consists of fifteen online meetings of about an hour each. It is completely customizable according to the specific needs of each one of you. We can do basic or advanced lessons. Decide when and how to schedule the meetings. Exchange photos, follow creative projects, make an analysis of your work, learn new methods to develop technique, creativity and photographic eye.

The main lessons will cover these subjects:

1. Photography, how and why;
2. Basic equipment: camera, smartphone, what to buy or how to get the best out of what you have;
3. Correct exposure. Time, Aperture and other controls;
4. The Composition;
5. History and narrative techniques;
6. Light and shadow;
7. Portrait, landscape, street, food, fashion and other subjects;
8. Post production and storage of your works;
9. Photography for social media;
10. Review of your photos during the duration of the whole course.

Some subjects will keep us busy for more than one lesson, so I chose to add five lessons, without increasing the basic cost of the course that is € 20 per lesson, this in order to better manage your needs.

The total cost of the course is € 200, including taxes. There are absolutely no other hidden costs.
To attend the course you must have the possibility to videoconference via web. The lessons are strictly individual and not recordable. It is not necessary to have a professional camera, actually even a smartphone is enough to get started.
I will personally keep all the lessons.
Be quick, places are limited as I want to dedicate a special space to everyone and many will take the course by connecting from different time zones!
For more information write me in DM on Instagram, on Facebook (https://m.me/giuseppe.pasquali.photography) or at 📧 gipas.photography@gmail.com

Una breve riflessione fotografica. Tre differenti modi di rappresentare il rapporto tra uomo e natura. Dove la natura prende sempre e comunque il sopravvento. Perché senza l'intervento dell'uomo la natura occupa il suo spazio, riprende il suo tempo. È la natura a battere il tempo, anche quando la molla è rotta ed il vetro infranto.

Mr. Bob Dylan has recently recorded what I consider one of the most interesting LP's in his long career: “Rough and Rowdy Ways.” One of the songs is titled "I Contain Moltitudes".

"Marco Polo descrive un ponte, pietra per pietra.
Ma qual' è la pietra che sostiene il ponte ? - chiede Kublai Kan. - Il ponte non è sostenuto da questa o quella pietra - risponde Marco - ma dalla linea dell' arco che esse formano.
Kublai Kan rimane silenzioso, riflettendo. Poi soggiunge : - Perché mi parli delle pietre ? È solo dell' arco che mi importa.
Marco Polo risponde: - Senza pietre non c' è arco."

A Parigi. Mi alzo presto al mattino. E nella penombra scrivo. C'è sempre un foglio bianco da riempire. Una storia da scrivere, una vita da immaginare. È la nostra stessa vita, non credi?, un grande foglio bianco da riempire. Lo puoi fare con i passi lenti e ordinati di una calligrafia scolastica, o con la spudorata sfrontatezza di un corsivo furioso. Ma c'è sempre un foglio da riempire. Puoi chiamarti Camus, Sua Eccellenza, o essere talmente ubriaco da non ricordare più il tuo nome; essere giovane o vecchio; uomo o donna, quello che ti pare, per me è indifferente, ma il foglio bianco resta lì, da riempire. E di fronte a un foglio bianco, dimmi tu, chi non ha paura, nemmeno un pochina? Poi, così, all'improvviso, come quando sbatte una finestra che non ricordavi di aver lasciata aperta, ecco che irrompe sulla scena un'immagine. Non sono ancora parole. È un insieme di diapositive che scorre, un film traballante, che ti sorprende perché parla di te. E presa una penna inizi a riempire la pagina.
Anche in fotografia è così. Il mondo è un grande foglio bianco sul quale fermare gli attimi significativi. Quando esco tutto scorre. E cambia, a seconda della luce, della giornata e del mio umore. Come diceva James Douglas Morrison

"Le persone sono strane quando sei uno sconosciuto,
i volti sembrano brutti quando sei solo,
le donne sembrano cattive quando sei indesiderato,
le strade sono irregolari quando sei giù.

Quando sei strano
i volti escono dalla pioggia,
quando sei strano
nessuno ricorda il tuo nome."

Di fronte a questo mondo caduto in mille frammenti, in cui tutto pare a pezzi, il fotografo sta solo sul palco, circondato da attori disorientati, da scene confuse. Poi all'improvviso sbatte una finestra che avevi dimenticato d'aver lasciata aperta. E riesci a vedere una scena. E premuto il pulsante inizi a fotografare. A Parigi.
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C'è una cosa sola che scivola sempre via: il tempo. Tempus fugit. Ognuno di noi ha un suo tempo biologico. Poi c'è il tempo dettato dal sole e dalla luna. Dalle stagioni e dai raccolti. Poi c'è quello della famiglia. Il tempo del lavoro. Il tempo civile e quello religioso. Meccanico e atomico. L'uomo vive una vita scandita da vari tempi differenti, accomunati da una sola, immutabile legge: il tempo scorre e non ritorna. E chi ha gli strumenti per misurare e controlla il tempo comanda sulle nostre esistenze.

C. G. Jung scrisse: "Non ci piace guardare al lato in ombra di noi stessi; perciò nella nostra società civilizzata ci sono molti che hanno perso del tutto la loro ombra; se ne sono sbarazzati. Sono soltanto bidimensionali; hanno smarrito la terza dimensione, e con essa hanno di solito smarrito il corpo."

Lasciare la luce. Scivolare nell'ombra. Per trovare riparo. Nascondersi. Per sparire. Salvarsi, conoscere o ricominciare. Molti sono coloro che hanno scelto di conoscere l'ombra. 

Io credo che fotograficamente spesso ci si dimentichi dell'ombra. Del suo peso all'interno della composizione e dell'importanza del suo corretto trattamento durante la post produzione. In ogni caso l'ombra, come la luce, è un elemento con il quale il fotografo e il lettore di fotografie si troveranno sempre a fare i conti.

In Toscana, pochi giorni fa, ho fotografato al volo una cantante di strada e un uomo nell'attimo in cui entrano nel lato ombreggiato della Piazza di San Michele a Lucca.

Mi piaceva molto il contrasto tra l'abito candido e la Piazza, tra luce e ombra. Forse specchio dei tempi. Forse di me.

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C.G. Jung wrote: "We do not like to look at the shadow-side of ourselves; therefore there are many people in our civilized society who have lost their shadow altogether; they have got rid of it. They are only twodimensional; they have lost the third dimension, and with it they have usually lost the body".

Leaving the light.  Slipping into the shadow.  To find shelter.  Hide.  Disappear.  Save yourself, know yourself, start over.  Many are those who have chosen to know the shadow.

I believe that we often forget the shadow.  We forget their weight within the composition and the importance of their correct treatment during post production.  In any case, shadow, like light, is an element with which the photographer and the reader of photographs will always find themselves dealing.

 In Tuscany, a few days ago, I photographed on the fly one street singer and one man while they entered the shady side of the Piazza di San Michele in Lucca.

I really liked the contrast between the white dress and the Piazza, between light and shadow.  Maybe it's a mirror of the times. Maybe of myself.

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Ieri, commentando una mia foto, scrivevo dei pensieri sul numero due.
"Moltissimi anni fa si ritiene che in proto info-europeo si dicesse *dwóh. Da questa forma sono nati tra gli altri il Sanscrito dva, il latino duo, il tedesco Zwei e il greco δύο. Il due è separazione dell'unità. Io e la mia ombra. Amore e odio. Celeste e terreno. Bene e male. Luce e oscurità. Ma due è anche coppia. Perché gli opposti non esistono separati. E dalla congiunzione degli opposti nasce una nuova unità. State tranquilli, non sono matto al punto di pensare a questo mentre fotografo. Ma, come in questo caso, non potevo non pensare a tutti i due presenti nel fotogramma mentre scattavo!"
Dale, un caro amico dai tempi della mia partecipazione a photo.net, ha commentato così sulla mia pagina Facebook: "Giuseppe, its love and fear not hate. yin/yan two sides of the same."
Amore e Paura, non amore e odio come avevo scritto io.
Un appunto molto interessante. Yin e Yang, Taoismo. Ogni cosa ha un suo opposto, non assoluto, ma in termini comparativi. Niente può essere del tutto una polarità sola; ogni cosa ha in sé il seme per il proprio opposto. Le polarità hanno radice una nell'altra: sono interdipendenti, hanno origine reciproca, l'una non può esistere senza l'altra.
Dunque Amore e Paura sono come ombra e luce, terra e cielo, freddo e caldo, maschio e femmina.
Mi piacerebbe trasformare queste righe in fotografia. E continuo a pensare quanto la paura generi mostri...
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