L'attore si trucca da solo nel suo camerino, di fronte allo specchio. Lo vedo trasformarsi nel suo personaggio, lasciarsi scivolare nell'altro. È un momento speciale. Non conta più il nome, l'età perde importanza. Si entra in un altro mondo. Fatto di parola, gesti, movimenti che cogliere con una foto non è semplice. È buio. C'è silenzio qui. Poco distante, in fondo al corridoio, la scena arredata e deserta, chiusa da una grande tenda, oltre la quale si sente bisbigliare il pubblico. Anche io faccio una maschera della mia macchina fotografica. Una maschera che mi permette di avvicinarmi al mistero dell'altro più di quanto potrei normalmente fare. Essere fotografo permette di percorrere territori spesso proibiti. Superare porte solitamente chiuse. In questo senso, essere fotografo vuol dire scegliere di sentire chi si fotografa. Non si può cercare di catturare l'altro se non si lascia la nostra maschera e si accetta di lasciarsi andare all'altro. Essere fotografi è un po' essere attori.

---